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The World of Banksy alla Stazione Tiburtina

Banksy il misterioso, Banksy il criticato, adorato, invidiato.


credits: @theworldofbanksyroma


Di lui ho parlato - erano i primi episodi di Radio 21 Aprile Web - con Elisabetta Roncati, in occasione della mostra al Chiostro di Bramante, Banksy A Visual Protest era il titolo, che rimase aperta tra il settembre 2020 e l'aprile 2021.










E ancora Banksy sono andata a cercare alla Stazione Tiburtina dove, ancora fino al 28 maggio, sarà visitabile "The World of Banksy - The immersive Experience": davvero, non la solita mostra.


credits: @theworldofbanksyroma

Tornato sotto la luce dei riflettori con sette opere a Kiev ed in altre città dell'Ucraina aggredita e invasa. Banksy in realtà, dalla parte degli innocenti, dei violentati fisicamente o psicologicamente, c'è sempre stato, come sempre ha manifestato la sua convinta adesione al pacifismo.



Certo, molti hanno osservato e tuttora osservano che magari è facile stare dalla parte dei poveri quando le tue opere vengono battute tra i 10 e i 20 milioni di euro.


Però va detto che l'artista spesso devolve in beneficienza parte se non tutto il suo guadagno da quelle opere, e che, a quanto sembra, paga le tasse, dato che i pagamenti avvengono per il tramite della sua società, la Pest Control.


In ogni caso, forse è il suo restare testardamente anonimo - al punto che c'è che pensa che in realtà Banksy sia, o sia ormai, non una singola persona ma un collettivo - lo rende sfuggente e a fatale rischio di antipatia.


Così ad adoratori incondizionati - tra i quali anche molti critici d'arte famosi - si contrappongono stroncature che più che feroci sembrano quasi rabbiose.


Sta di fatto che Banksy, chiunque sia e quanto ricco sia, è "uno che dice".



Magari quello che le persone vogliono sentire (fosse il solo, peraltro), ma spesso quello che le persone pensano di non avere le corde, o la voce, o il coraggio, per dire personalmente.


Tra i molti "addebiti" che gli vengono fatti, quello di non dire nulla di veramente nuovo; ma, francamente, non sembra proprio che "dire qualcosa di nuovo " sia mai stato il suo scopo: piuttosto, Banksy fa da punta dell'iceberg, da megafono, di pensieri quasi istintivi e spesso decisamente condivisi.



E considerato che sicuramente Banksy è prima di tutto uno street artist, il suo è un modo tipico di questo tipo di espressione: la parola affidata ai muri.


Sui muri, come ce le avesse lasciate lui (o ce le avessero lasciate loro), puoi trovare le parole di Banksy (in copia ovviamente) alla Stazione Tiburtina, II piano della Galleria Commerciale, visitando la mostra "The World of Banksy - The immersive Experience".


Mentre i treni borbottano, in arrivo o in partenza, poco distante da te, tu puoi camminare tra i vicoli della Londra che conosciamo dai film, e chi lo sa che non sia davvero così.



E dai muri di quei vicoli e di quegli androni puoi ascoltare le parole sul consumismo, ma anche sulla stanza dell'infanzia; istantanee di persone che aspettano l'amore, e di altre che lo avevano trovato, l'amore, ma lo hanno lasciato andare per distrazione.



Tutto questo puoi ascoltarlo raccontato da Silvia Braidotti - che accompagna i visitatori che lo desiderano sugli strani sentieri di Banksy e delle sue esternazioni - andando a visitare la mostra che resterà al secondo piano della galleria commerciale della Stazione Tiburtina fino al 28 maggio di questo 2023.


Andandoci apposta, come ho fatto io; oppure perché stai aspettando un treno, per partire o per ricevere qualcuno che deve arrivare: "un modo per reidratare il pensiero con un po' di cultura", dice Silvia.


Ed è la sua frase più bella, e più vera.


Credits: @theworldofbanksyroma

Puoi ascoltare l'intervista a Silvia Braidotti a questo link: https://www.spreaker.com/episode/52932767

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